BiP – Be in Part è un progetto di Audience Development ideato e sviluppato dalla cooperativa En Kai Pan, in partenariato con l’università degli studi di Napoli “L’Orientale”, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo, la diversificazione e il coinvolgimento del pubblico teatrale campano e porre l’attenzione su l’Audience Developer, una figura professionale in grado di proporre politiche culturali volte allo sviluppo dei pubblici, favorendo un accesso maggiore e consapevole alla vita culturale, in linea con le attuali tendenze europee e nazionali, rimarcate dagli obiettivi del programma Europa Creativa.
BiP – Be in Part nasce dalla necessità, discussa e maturata nel corso di un confronto con le direzioni dei teatri della città di Napoli nell’arco di molti mesi, di ristabilire il rapporto con il pubblico, messo in crisi dalla pandemia e dai lunghi periodi di chiusura. La pandemia ha reso più evidenti criticità storiche del sistema teatrale cittadino e regionale nel rapporto con il pubblico. Il sistema degli abbonati, che sostiene le grandi sale, se da un lato è garanzia di continuità, dall’altro ha prodotto negli anni un invecchiamento progressivo del pubblico fidelizzato. Le organizzazioni associate al progetto concordano nel ritenere più difficile da coinvolgere la generazione dei cosiddetti Millennials, ossia di coloro che appartengono alle generazioni Y (18-32 anni) e Z (15-17 anni), perché se messa in condizione di scegliere autonomamente è attratta da altre forme di intrattenimento e svago, e rimarcano inoltre che i professionisti con figli risultano maggiormente interessati alle attività che coinvolgono le famiglie.
In assenza però di una analisi capillare della composizione e dei bisogni del pubblico, diviso per target e correttamente segmentato, è difficile per i teatri anche elaborare strategie di marketing specifiche, al di là di una campagna di comunicazione efficace e seduttiva o di una politica di prezzi scontati.
Il rapporto dei teatri con le università è entrato fortemente in crisi nell’ultimo decennio, il coinvolgimento degli studenti è demandato alla libera iniziativa di alcuni docenti illuminati, mentre le singole iniziative di Audience Development dei teatri sono state realizzate con l’obiettivo di incrementare il numero degli spettatori, senza però prima indagare sui bisogni e le motivazioni dei pubblici esistenti. Non tutti i teatri seguono le stesse strategie e procedure, alcuni hanno iniziato a lavorare sul pubblico, ma manca un progetto abbastanza grande da coinvolgere diverse sale e da avere un reale impatto sia sui teatri cittadini sia su una generazione, che, avendo affrontato la pandemia, soffre ancora di più il rischio di essere isolata rispetto alla vita culturale della comunità. Da questo punto di vista si è riscontrata dunque una certa stasi delle politiche teatrali cittadine e regionali nell’ottica dell’Audience Development, soprattutto se comparate a iniziative analoghe, ma ben più strutturate, sorte negli ultimi anni sul territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Centro e del Nord rispetto a quelle del Sud, conseguenza di una favorevole congiuntura in termini di condizioni socio-economiche del tessuto territoriale di appartenenza e interventi di natura pubblica e privata capaci di stimolare l’interesse nei confronti dell’Audience Development.
L’insieme di queste considerazioni ha motivato la cooperativa En Kai Pan a riunire un partenariato strategico che comprende teatri (pubblici e privati), fondazioni, associazioni di categoria e docenti universitari con l’obiettivo di lavorare sia su un pubblico già fidelizzato, che su un pubblico potenziale, con un approccio trasversale e multidisciplinare, che coinvolga istituzioni, enti pubblici e privati ed enti del terzo settore.