Nel mese di settembre 2017, all’interno del Festival internazionale di Commedia dell’Arte I viaggi di Capitan Matamoros, promosso e organizzato a Napoli da Coop En Kai Pan, si è svolta una sessione seminariale dal titolo La donna nella cooperazione dal 1500 ad oggi.
L’idea era mettere in contatto il mondo della cooperazione con quello del teatro, assumendo un punto di vista originale e provocatorio, presentando la struttura della fraternal compagnia nata nel 1545, e rimasta per secoli la base del sistema teatrale professionistico italiano, quale modello di sistema cooperativistico. Grazie alla presenza al tavolo dell’attrice e drammaturga Claudia Contin Arlecchino si è potuto approfondire, altresì, il ruolo della donna attrice all’interno della fraternal compagnia, esempio rivoluzionario, unico nell’Europa rinascimentale e barocca. La discussione si è rivelata particolarmente fertile, grazie ai contributi della direzione pari opportunità di Coopfond, nella persona di Dora Iacobelli, e di CulTurMedia in quella dell’allora presidente Roberto Calari, suggerendo che temi di attualità come il rapporto tra cultura e impresa, il rapporto con il territorio e le questioni di genere, possano beneficiare di un approccio trasversale e multidisciplinare, in cui le questioni artistiche e specificamente teatrali diventino la lente per approfondire dinamiche passate e presenti che caratterizzano la presenza della donna nella cooperazione.
È nata così l’idea di sviluppare il format multidisciplinare Talking about the revolution – Donne e impresa teatrale, comprendente un incontro regionale, un convegno nazionale, una pubblicazione scientifica e la costruzione di network tra imprese femminili. Il format potrà essere arricchito nei contenuti grazie alla collaborazione di studiose provenienti da diverse università italiane, di prodotti grazie alla presenza di cooperative teatrali, ed esteso nel tempo, grazie a una progettazione europea, sviluppata in partenariato con l’università e che mira a coinvolgere un numero crescente di partecipanti, di territori e di punti di vista.
L’arco temporale è stato individuato perché coincide sia con il periodo di nascita e massima diffusione del sistema cooperativistico teatrale che con una fase di grande rinnovamento delle forme e dei processi organizzativi e artistici. Con le seconde avanguardie del Novecento, infatti, nascono nuovi gruppi a cui si palesa molto presto la necessità di darsi un nuovo statuto organizzativo per poter competere con il sistema dei Teatri Stabili e lavorare contemporaneamente sulla produzione artistica, sulla diffusione e circuitazione delle opere e sui progetti di intervento sul territorio.
La cooperativa si dimostra, dal primo momento, uno strumento democratico, efficace e flessibile che permette di allargare enormemente i piani di azione delle compagnie teatrali, in piena sintonia con la temperie dell’epoca. Nasce e si sviluppa velocemente il teatro d’animazione, nascono i progetti educativi per le scuole, le carceri, i manicomi. Presto il teatro arriva ovunque. I gruppi, i collettivi, le associazioni si consorziano per dare nuova forza produttiva alle idee. Il ruolo della donna prima e durante lo sviluppo delle cooperative teatrali è stato fondamentale.
Personaggi come Franca Rame, Judith Malina, Fabrizia Ramondino sono state fonte d’ispirazione e spesso collaboratrici di progetti e movimenti culturali promossi in ambito cooperativistico. Dalle cooperative teatrali provengono attrici e drammaturghe come Laura Curino e Mariella Fabbris di Teatro Settimo, registe come Cora Herrendorf per Teatro Nucleo, esperienze territoriali che, nate in condizioni di marginalità, sono diventate centri culturali per l’intera regione, come esemplificano i casi della cooperativa Sardegna Teatro, divenuta Teatro Nazionale, e, in forma completamente diversa, Teatro Koreja in Puglia o Teatri Uniti a Napoli. Oggi ci troviamo di fronte un mondo, anche nell’ambito ristretto delle cooperative teatrali, molto vario, agile e, soprattutto, orizzontale che è in grado di produrre innovazione pur facendo sue metodologie e tematiche del passato, in cui la presenza e la forza femminile sono evidenti.
Il ruolo delle donne nella cooperazione teatrale è potente e vario, eppure non sempre raccontato, sia in rapporto alle questioni di genere e al teatro femminista, che alla nascita di nuove forme produttive e organizzative, alla visione artistica e alle pratiche teatrali. Sembra che non si possa parlare di donne e impresa teatrale senza alimentare la percezione di una nicchia, quasi di un genere diverso di teatro e non del punto di vista di genere all’interno del Teatro con la maiuscola.
Da qui l’esigenza di sviluppare una narrazione che nasca dall’incrocio di prospettive completamente diverse: studiose, artiste, organizzatrici, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, progettiste e giovani imprenditrici.
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